“…anche questo è sud”: 29-30-31 Agosto 2008

Contrada Magazzinazzi (Alcamo Marina)

Manifesto agosto 4, 2008

Filed under: Uncategorized — anchequestoesud @ 6:09 PM

 

Aspetti economici luglio 5, 2008

Filed under: Uncategorized — anchequestoesud @ 1:43 PM

L’ingresso all’intera manifestazione sarà gratuito.

Sottolineiamo il fatto che l’intera gestione e organizzazione dell’evento è condotta da soli ragazzi.

Alcune sponsorizzazioni tardano a confermarsi ed altre è meglio non averle (non vogliamo essere incoerenti).

Dunque, per gli impegni presi, soprattutto con l’Associazione dei Giovani Umanisti del Mozambico AJHM (Associaciao de Jovens Humanistas de Mocambique), a cui saranno devoluti i ricavi, siamo obbligati a chiedervi un contributo di autofinanziamento e solidarietà (cifre simboliche che dovrebbero andare dai 5 euro del campeggio ai 3 euro per i concerti), sostenendo con forza la vena solidale, che quello che a noi non costa quasi nulla, può essere moltissimo per chi sta peggio di noi. Quindi il tentativo è di organizzare qualcosa da mettere a disposizione di tutti,soprattutto senza alcun scopo di lucro e senza compromettersi con chi ci rifiutiamo di valorizzare.

 

Problemi di sito

Filed under: Uncategorized — anchequestoesud @ 12:58 PM

Abbiamo riscontrato alcuni problemi di compatibilità con Internet Explorer, che tenteremo di risolvere al più presto.

Per una chiara visualizzazione del sito, si consiglia di utilizzare altri programmi(es. Mozilla, Safari etc…)

 

Quel tipo di realtà…

Filed under: Uncategorized — anchequestoesud @ 10:47 am

Il luogo destinato all’evento è Alcamo.

Non perché Alcamo sia meglio o peggio di altro, ma perché simboleggia una serie di realtà, che vedono nel proprio territorio il centro del mondo, il fulcro vitale, attorno a cui il resto è semplicemente qualcosa di astratto. Se ne ha la conoscenza, un minimo interesse, ma resta pur sempre fuori dal proprio territorio, fuori dalla propria ottica, fuori dalla propria esperienza quotidiana.

Così è per quanto riguarda la cultura, la musica, e altri vari interessi.

Il rapporto con le istituzioni, in una realtà simile, è un rapporto un po’ particolare. Non si ha una chiara idea di cosa sia un’istituzione, sia essa locale o nazionale, il suo ruolo, le sue potenzialità e i suoi doveri. Si cade spesso in ciò che oggi risulta essere una tra le maggiori piaghe sociali, ossia la generalizzazione, tramutabile e/o identificabile spesso in qualunquismo. Specialmente tra i ragazzi, ma non solo( perché essi devono pur aver appreso da qualcuno), si cade troppo spesso in una serie di luoghi comuni che tendono a minimizzare i problemi, o a fare di tutta l’erba un fascio. Non si tenta quasi mai di contestualizzare il problema, analizzarlo nella sua interezza, considerarlo da più punti di vista, e non solo dal proprio. Spesso e volentieri si identifica un’istituzione con la persona che la rappresenta in un determinato periodo, facendo venir meno tutti i saldi principi e valori che hanno reso un’istituzione tale. Questo modo di affrontare la realtà, con tutte le sua ampie componenti, con i suoi limiti e le sue grandi potenzialità, è frutto di una storia, di una cultura e di una tradizione che hanno dominato e hanno reso forte un’identità, ma che al contempo ne hanno mostrato la chiusura e, sotto certi aspetti, l’arretratezza.

Una adeguata conoscenza delle istituzioni, conoscenza che non derivi da un presa di posizione a priori, e nemmeno da un filtro di passaggio che le abbia analizzate e reinterpretate a proprio modo, dovrebbe essere, per un minimo, patrimonio di ogni individuo che vive in una determinata società, sia essa apprezzata, denigrata, criticata o elogiata. E questa conoscenza dovrebbe essere accompagnata da un’altrettanto adeguata informazione. Dunque la stampa, la TV, internet, dovrebbero fungere da controllo per il corretto funzionamento di quelle istituzioni, di cui oggi, proprio grazie all’oscurantismo, la superficialità, la censura e la banalità dei servizi della rete di informazione, se ne sa sempre meno e sempre peggio.

 

Orrore

Filed under: Uncategorized — anchequestoesud @ 10:38 am

Orrore.

Provo orrore ogni volta che, al telegiornale, sento notizie colpevolizzatrici e xenofobe.

Provo orrore ogni volta che sull’autobus, per strada, nei negozi, vedo gli sguardi delle persone cambiare quando vedono qualcun “altro”.

Proprio come se ci fosse una netta differenza tra “Noi” e gli “Altri”, come se il diverso fosse per forza, logicamente, fuor d’ogni dubbio, peggiore, o pericoloso, o comunque “non si sa mai, meglio girare al largo”.

Provo orrore a pensare a come ci sia un’involuzione, come dopo tutte le lotte per l’uguaglianza, per la libertà e il diritto alla ricerca della felicità, ci si spaventi, si cerchi di tornare indietro, impedendo proprio quelle sicurezze fondamentali di cui ognuno ha bisogno per poter avere uno standard di vita decente, in nome di una sicurezza fittizia, soluzione di un problema esasperato al limite proprio da chi sostiene di avere in mano la formula magica per risolverlo.

Orrore.

Orrore, e la voglia e la necessità di non poter permettere che certi messaggi xenofobi attraversino la società, convincendo e plagiando le persone che se si chiudessero le frontiere l’Italia finalmente risorgerebbe, e finalmente la povera gente potrebbe andare a dormire tranquilla, perchè lo Stato veglia sulla sua sicurezza.

Io questa sicurezza non la voglio.

La sicurezza di cui ho bisogno è quella che nel mio Paese ci sia una giustizia veramente uguale per tutti, che giudica reato un atto colpevole e ingiusto, non un gesto di disperazione o speranza.

Voglio la sicurezza che le persone siano libere di pensare con la propria testa, non influenzate e bombardate da messaggi assurdi, che trovo difficile credere siano così condivisi: messaggi di odio, di pregiudizi, dettati dall’ignoranza.

Una giornata, questa, per dire che siamo tutti diversi, per abolire anche socialmente il concetto – ora forse un po’ più mascherato che in passato, ma sostanzialmente lo stesso – di razza, che già la scienza ha confutato, per dimostrare che la conoscenza e la comprensione sono gli strumenti con i quali bisogna combattere per una società più giusta, più cosciente e consapevole delle differenze da un lato, ma anche delle profonde similitudini dall’altro.

Rubando le parole di una grande donna, ogni madre, in ogni parte del mondo, altro non ha a cuore che il bene dei propri figli.

E questo va oltre ogni aspetto sociale e culturale, e trova il filo conduttore d’ogni tempo e d’ogni spazio, nella sua semplicità, nella sua natura: l’essere uomo.